lunedì 3 ottobre 2011

Ladri di biciclette, a Londra


Uno dei presupposti perché una metropoli di 7,5 milioni di abitanti sia vivibile e che non vi siano traffico e smog. Ovviamente è tutto relativo ma sento di poter affermare che tra Londra e Roma o Parigi, non ci sono paragoni.
Il tutto è dovuto ad un efficientissimo sistema dei trasporti pubblici e ad una serie di vincoli quasi insormontabili (multe salate, parcheggi onerosi, pedaggi annuali per i quartieri a maggior traffico …) per chi decide di muoversi con un’auto propria. Tutto ciò fa si che molte famiglie non abbiano l’auto e se ce l’hanno è in car sharing (un’auto per più utenti). Così sono in molti ad usare la bicicletta. Tutte le strade sono munite della corsia per le bici, a tutti gli incroci vi sono delle rastrelliere per legare le proprie biciclette. Solo a Saigon e a Amsterdam ho visto più bici.

A Notting Hill, dove viviamo, questo è ancora più vero. La bicicletta non è solo un mezzo di trasporto ma è soprattutto uno stile di vita sostenibile. Sono tutti fieri di mostrare la loro bici ed i più evoluti culturalmente sono fieri di mostrare l’uso della bici. Essendo anche uno status ve ne sono di bellissime. Il top è la bici personalizzata, in edizione limitata, nel senso che così ce n’è solo una, la TUA. Il must è la bici senza freni, con rotellino fisso, senza parafanghi, sella in pelle minimal, sottile, essenziale, leggera, scomoda ma bellissima, sexy, quasi come un indumento intimo femminile.
Ovviamente non potevo sottrarmi a questa moda e, non essendo particolarmente evoluto culturalmente, avevo deciso di comprare una bicicletta status. L’avevo trovata, bellissima, al mercato di Portobello Road, il sabato mattina. Ho però avuto l’infelice idea di mostrarla a Fabiola che ha espresso le stesse considerazioni che avrebbe fatto per una Ferrari: “mo ti l’annà fricà (te la ruberanno), dove la metti la busta della spesa, quando piove senza parafanghi ti sporchi tutto …”
Ma che cazzo. Sto comprando una bicicletta, non una macchina per la famiglia. Invece no, sembrava che non avessi l’età o lo status da single per quella bicicletta. Probabilmente la razionalità di mia moglie aveva analizzato il mio subcosciente e doveva aver interpretato tale scelta come la ricerca di uno strumento di vanità e rimorchio …  E quindi mi sono dovuto convincere che la bicicletta giusta sarebbe stata una bella Olandesina: ruote grandi, cavalletto,  e porta pacchi per la spesa.

Ma non un olandesina qualunque. Se olandesina doveva essere doveva comunque essere figa. E così dopo una lunga ricerca su internet, ho trovato l’Aston Martin delle olandesine. Direttamente dall’Olanda, un Olandesina Minimal. Ne ho comprate due, tutte e due nere, una da donna per Fabiola e una da uomo per me. Se ci fossero state anche per i bimbi, le avrei comprate.
7 giorni fa è arrivata la mia bicicletta, consegna prevista tra le 11 del mattino e le due del pomeriggio. E chi si muoveva da casa. Per fortuna non ho dovuto attendere molto. Alle 11 e mezza, il campanello è suonato e mi è comparso il signore della UPS in uniforme marrone. Mi scarica un cartone, per lui uno dei tanti della giornata, per me la mia nuova bicicletta a Londra. La bici era da montare, ma io da ragazzo facevo ciclismo, ero anche bravino, sia a pedalare che a manutenere le biciclette. Riparavo anche i tubolari (che quasi nessuno sapeva fare) e guadagnavo anche qualche soldino. Montare l’olanedisina, nonostante la diffidenza di Fabiola, è stato un gioco da ragazzi. Mi sono messo sul marciapiede, ho tirato fuori la cassettina degli attrezzi acquistata all’Ikea, e con una chiave inglese ed una pinza, in un’oretta, l’ho montata. Durante il montaggio ho attirato l’attenzione di tutti i passanti e soprattutto dei miei vicini. Tutti si fermavano e si complimentavano. Bella, minimal, nera con dei righini amaranto sui parafanghi, sella in pelle con molle ... meno sexy di quella descritta prima ma comunque con tanto charme.

Non avendo una catena con lucchetto  ho sistemato la bicicletta davanti alla porta di casa. Il tempo di lavarmi le mani e mangiare un boccone ed ha subito iniziato a piovere. Verso le 20H00 ha smesso di piovere e così sono andato, in bici, alla ferramenta, per comprare una catena. Il tipo della ferramenta me la voleva far mettere all'interno mentre sceglievo la catena. Sinceramente le sue preoccupazioni mi sono sembrate un po’ eccessive. Abbiamo scelto la catena ed un porta catena da agganciare al piantone centrale della bici e sono tornato a casa.

L'ho legata come solo i ladri sanno fare. Avendo notato che si rubano le selle, essendo la mia sella bellissima, ho assicurato anche la sella alla catena e quindi al palo. Erano le 20H30.

Prima di addormentarmi ho pensato a tute le cose che avrei fatto il giorno dopo con la bici. Mentalmente avevo ricostruito tutto il percorso per andare all’indomani a Carnaby Streeet.

Ore 8H30 dell’indomani, 12 ore dopo, esco da casa con i bimbi per andare a scuola, ovviamente in bici.

Peccato, c'era solo il palo, ciao bici.

Saluti da Londra.
angelo@lippolis.biz

Ps: Nella civile ed evoluta Inghilterra i ladri sono dei poveracci. Ad Oria sono di un livello superiore, non rubano più né le bici né gli sterei delle macchine. Inoltre, a Londra,  i ladri sono dei gran maleducati. Ad Oria, dopo un furto, i ladri ti chiamano e ti chiedono se per caso, dietro un modesto pagamento, preferisci la restituzione dell’oggetto rubato. Qui nessuno mi ha chiamato.