domenica 11 settembre 2011

Il mercato del Pesce


Pensavo che il blog non lo leggesse nessuno. Invece, in una settimana, i tre articoli postati sono stati letti circa 200 volte ognuno. Ho pensato, solo curiosi, cliccano e poi non leggono. Invece venerdì sera mi ha chiamato Marcello chiedendomi come mai non avessi ancora scritto qualcosa dopo il post delle Melanzane. Ieri mattina Giuditta mi ha inviato un sms ispiratore chiedendomi del mercato del Pesce.

Ho capito, mi tocca scrivere. L’ispirazione non manca ho ancora da scrivere di Miguel l’idraulico, della scuola dei bimbi, del contratto per il cellulare … ma siccome Giuditta è la mia comare, nel senso che sono il suo testimone di nozze, non posso non raccontarle del mercato del pesce.

Uno dei miei pesci preferiti è la Rana Pescatrice. Mi piace cruda con un filo di Syrma; con la pasta e il sughetto “allegro allegro”; mi piace impanata alla piastra come la fanno a Gallipoli; mi piace come la fa mia moglie, cotta nel cuocifilm, a mollo in acqua a 56 gradi per una decina di minuti e servita alla catalana.

Un pescivendolo è a Notting Hill Gate, fermata della metro più vicina a Portobello Road. Giovedì sera avevamo ospiti a cena e così ci sono andato. Durante il percorso a piedi  lungo Portobello Road, da casa al pescivendolo, ho mentalmente elaborato il menu decidendo cosa avrei dovuto comprare. Tonno per la bruschetta destrutturata con melanzane grigliate e burrata (arriva fresca tutti i giorni dalla Puglia) e pescatrice da fare secondo la ricetta di mia moglie.  Al resto della spesa ci avrebbe pensato Fabiola che era in giro al centro.

La pescheria è bellissima. E’ tutta legno e acciaio, un grande vetrina su strada da cui si vede un banco di acciaio pieno di ghiaccio e sopra adagiati i diversi pesci, solo uno per tipo fatta eccezione per 3 fette di filetto di tonno,  calamari,  gamberi e una decina di alici di una quindicina di centimetri l’una.  Il tutto ben sistemato e ben illuminato. Ogni faretto illuminava giusto un pesce.  Alle spalle di questi bellissimi gioielli una lavagna con l’indicazione dei prezzi. Ho messo gli occhiali, che sono oramai il mio accessorio inseparabile e necessario e non conoscendo il nome della pescatrice in inglese, ho cercato il prezzo del tonno. Ho letto il prezzo  del tonno, 44 sterline al kg,  poi ho indicato la pescatrice e mi sono fatto indicare  il nome e il prezzo sulla lavagna, 47,5 sterline al kg, e poi ho chiesto al pescivendolo quale fosse la differenza tra un’oreficeria e la sua pescheria.  Nessuna, gli ho spiegato,  tranne che la sua pescheria non aveva la doppia porta di ingresso anti rapina.

L’orefice-pescivendolo ha mostrato di apprezzare la mia battuta e mi ha fatto quella che da noi si chiama la “buona misura”.  Mi ha servito il tonno, la pescatrice e le alici, che costano quanto in Italia costa la rana pescatrice.  Infatti, adesso, mi piacciono le alici.


Saluti da Londra

lunedì 5 settembre 2011

Melanzane a Portobello


A Portobello Road, tutti i sabati, vi è il mercato. Si comincia a Sud con gli antiquari e si finisce a Nord della via con il cibo, materie prime o già pronto da mangiare.

La nostra casa è in una traversa di Portobello Road così, sabato mattina, sul presto, sono andato a fare un giro con mio figlio Paolo, per fare un po’ di spesa.  Passeggiavamo e guardavo le bancarelle con in mostra ortaggi, frutta, verdura e i relativi prezzi. Qui a Londra costa tutto il doppio quindi bisogna fare molta attenzione a cosa e dove comprarla.

Per fortuna frutta e verdura costano pochissimo, ho pensato. Tutti i cartelli indicavano prezzi che oscillavano tra 1 e 2 sterline.  Ed in più non serve affrettarsi a fare la spesa al mattino presto, gli inglesi di campagna ne capiscono molto poco e lasciano nelle cassette i frutti migliori. Era incredibile come tutti cercassero di accaparrarsi le melanzane più  grosse e lasciavano invece quelle più piccole che sono più buone e senza semi. Così ho scelto con cura le melanzane più belle e più piccole  in una bancarella che aveva le più belle melanzane di tutto il mercato. Giustamente costavano anche di più del solita sterlina. Le mie melanzane costavano 2 Sterline al kg o almeno così avevo inteso.

Purtroppo non era esattamente così che si dovevano intendere i prezzi e i londinesi non sono fessi come avevo pensato qualche decina di minuti prima. Il motivo per cui tutti sceglievano le melanzane più grosse è perché a Londra si vende tutto al pezzo ovvero una melanzana alla mia bancarella costava 2 Sterline indipendentemente da quanto fosse stata grande.

Ho così speso 10 Sterline per comprare 5 melanzane che saranno pesate non più di 600 grammi.
Quindi i pomodori  di prima scelta non costavano 0,50 al kg ma  0,50 per singolo  pomodoro … E allora mi sono prontamente chiesto:  “quanto cazzo mi deve costare  uno spaghettino al pomodorino con il cacio ricotta che sottovuoto mi sono portato da Oria?”

Saluti da Londra

Ps: a Londra si può spendere anche molto poco perché i prezzi  sono molto volatili e variano con l’orario (un po’ come l’orologio del papà di Berlusconi quando lavorava alla Borsa di Milano). A Portobello Road, alla fine della giornata i fruttivendoli depongono 5/6 melanzane, zucchine, banane in dei piccoli cestini ed ognuno di questi costa 1 Sterlina. Basta saperlo.

domenica 4 settembre 2011

Code e Scale Mobili

La coda
L'impatto con i sistema delle code a Londra è immediato. Appena giunti all'aeroporto ce n'è una lunghissima per il controllo Passaporti. Nei Paesi latini e mediterranei sono stati inventati i lunghi labirinti di corda.  Lo sport preferito di un Italiano è cercare di saltare parte del labirinto scavalcando le corde. Io, da perfetto italiano ho sempre provato a saltare una parte del labirinto. Ma prima di provare a saltare una parte del labirinto penso a come possa evitare la coda intera.
Loro, gli inglesi, pensano a come farla, la coda. Anche qui hanno i labirinti, sono stati costretti a causa degli italiani, spagnoli e latinoamericani che vi arrivano e che la coda non la vogliono fare. La differenza fondamentale tra il nostro ed il loro labirinto è che noi, all'imbocco del labirinto abbiamo un grosso imbuto di persone che cercano di entrare per primi. Loro, gli inglesi, il labirinto lo generano. Se non è sufficiente quello di corda,  prolungano il labirinto come se le corde ci fossero comunque.


Le scale mobili
Victoria Station è la stazione di arrivo del Gatwick Express (aeroporto-Londra centro). Il treno arriva ad un piano inferiore e si prendono delle scale mobili per salire al livello strada. Mentre stavamo per prendere la scala, un signore inciampa sulla propria valigia, cade all'indietro e travolge altri due signori. L'intervento di un addetto alla sicurezza è immediato, blocco della scala mobile quasi contemporaneo alla caduta. Scatta l'allarme, la scala viene liberata e viene chiesto agli infortunati di attendere l'arrivo dell'infermiere e di un addetto amministrativo per la compilazione della denuncia all'assicurazione per l'eventuale rimborso dell'infortunio. Il tutto in meno di un minuto. 
Come ho fatto a sapere dell'infermiere e dell'assicurazione?
Semplice, appena liberate le scale mobili, circa 2 minuti dopo la caduta dei signori davanti a noi, mio figlio Paolo, 6 anni, sale per primo con il suo trolley ma a metà della salita cade indietro come il signore di prima e travolge suo fratello Tommaso di 8 anni. Scatta l'allarme, bloccano le scale, ci aiutano a scendere e qualcuno mi spiega che dovrei attendere l'infermiere e l'addetto assicurativo.
Ma noi siamo italiani, il blocco immediato della scala mobile mi è sembrato qualcosa di straordinario, sentirmi dire che l'infermiere sarebbe arrivato in 2-3 minuti non mi è sembrato possibile, da noi gli infermieri in 3 minuti non arrivano neanche in ospedale se sei ricoverato in rianimazione, sentire poi che mi avrebbero rimborsato il possibile infortunio ... mi è sembrato troppo. Così ho fatto finta di non capire e siamo scappati via.

Come mai?


E' la domanda più ricorrente.


Tutto è cominciato a fine marzo 2011. Ad Oria (Brindisi), in Puglia, delizioso Borgo Medievale alle porte del Salento in cui viviamo, è sorta una Tendopoli dove sono stati “abbandonati” circa 3.000 migranti trasferiti da Lampedusa. Improvvisazione organizzativa ed emergenza nell'emergenza generarono profondi e gravi disagi per la mia città, per i suoi cittadini e per i migranti in continua fuga dalla Tendopoli.


Di fronte all'impossibilità, come cittadino "attivo", di trovare una soluzione per me e per i migranti, che sono ancora lì nelle tende, a ripararsi dal caldo torrido dei 40 gradi con tassi umidità compresa tra il 60 ed il 90%, una sera, rientrato a casa spiegai a moglie e figli che a settembre, se la tendopoli fosse stata ancora lì, saremmo andati via da Oria.


Ovviamente la Tendopoli è stata solo il pretesto, o se vogliamo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il motivo vero è la profonda sfiducia in un paese profondamente in crisi. Crisi di ogni genere e tipo che mi genera molta inquietudine sul futuro dei miei figli, inquietudine confermata tutte le mattine che vedo il telegiornale e leggo i giornali.
Sconfortato dal fatto che nulla nel mio paese cambierà, certo che nel 2013 Berlusconi rischia di ridiventare Presidente del Consiglio, ho pensato ad un periodo di esilio volontario, per guardarmi intorno, per portare a termine qualche iniziativa imprenditoriale cominciata in Inghilterra con un amico e soprattutto far fare un anno di scuola inglese ai miei due figli di 6 e 8 anni.


Non è la prima volta che vado a vivere all'estero. Non voglio viverci per il resto della mia vita. Lo ho già fatto, in passato,  a Parigi e a San Paolo in Brasile. So che è difficile fare l'espatriato e soprattutto per tutta la vita. E' però una buona occasione per ossigenare  e rigenerare un pò il cervello e per assumere consapevolezza del fatto che nonostante i mille difetti del nostro paese, nonostante quella capra di Berlusconi, nonostante Tremonti, la Pubblica Aministrazione inefficiente, Roma Ladrona e quel cazzone di Bossi … l’Italia  e un bellissimo paese per vivere, al quale mi è difficile rinunciare nonostante l'incertezza del futuro per le prossime generazioni. L’Italia ha un’infinità di cose che sono insostituibili.


In questo blog  racconterò la quotidianeità della nostra esperienza a Londra. Per gli amici che ci chiamano e ci dicono "beh, allora, racconta" e per coloro che si accingono a fare un'esperienza simile o che vorrebbero farla.


Cari saluti,
Angelo Lippolis e famiglia